
19 giugno 2025 • 18 minuti di lettura
Innovation Law Insights
19 giugno 2025Podcast
Webinar – Data Act: Cosa Sapere da un punto di vista Legale e Tecnico
Il nuovo Data Act europeo è alle porte e cambierà profondamente il modo in cui i dati vengono generati, condivisi e utilizzati, soprattutto nel mondo dell’Internet of Things (IoT) per questo abbiamo organizzato un webinar sull’argomento.
Questo webinar è pensato per tutte le aziende, startup, professionisti e stakeholder che operano in ambito digitale e vogliono capire cosa cambierà concretamente a livello normativo, operativo e strategico. Potete vedere la registrazione del webinar QUI.
Artificial Intelligence
L'AI Continent Action Plan: la strategia della Commissione Europea per il futuro dell'intelligenza artificiale in Europa
Nel mese di aprile 2025 la Commissione Europea ha adottato l'AI Continent Action Plan, un piano ambizioso che mira a collocare l'Unione Europea al centro dello sviluppo globale dell'intelligenza artificiale ("IA").
l'AI Continent Action Plan è una strategia articolata che intende valorizzare i punti di forza dell'UE come l'eccellenza della ricerca, l'industria avanzata, il capitale umano qualificato, per stimolare crescita economica, competitività e innovazione nei settori chiave.
In un contesto internazionale in cui i colossi della tecnologia stanno investendo massicciamente nell'IA, l'Europa punta a definire un modello sostenibile e competitivo, promuovendo una visione di sviluppo tecnologico etico, affidabile e interoperabile. L'AI Continent Action Plan è strutturato intorno a cinque direttrici strategiche, pensate per potenziare le capacità digitali dell'Unione entro il 2030 e garantire un accesso equo e diffuso alle risorse e ai benefici dell'IA.
- Costruzione di una infrastruttura per l’AI computing su larga scala
Al centro del piano figura la realizzazione di una rete europea di infrastrutture per il calcolo ad alte prestazioni, indispensabile per l'addestramento e la distribuzione di modelli avanzati di intelligenza artificiale:
- 13 AI Factories verranno istituite entro il 2026 in vari Stati membri, sfruttando la rete di supercomputer già esistente (EuroHPC). Questi centri forniranno supporto tecnico e risorse computazionali a startup, PMI, grandi imprese e ricercatori, per lo sviluppo e il test di applicazioni IA all'avanguardia;
- fino a 5 AI Gigafactories saranno invece strutture di scala superiore, dotate di enormi capacità di calcolo e data center dedicati all'addestramento di modelli di IA generativa su vasta scala. L'obiettivo è posizionare l'UE tra i leader globali nell'IA di frontiera.
Questi interventi saranno finanziati tramite InvestAI, un meccanismo misto pubblico-privato che punta a mobilitare oltre 20 miliardi di euro per l'espansione delle capacità digitali europee.
Parallelamente, il piano prevede l'adozione del Cloud and AI Development Act, un nuovo strumento legislativo per incentivare investimenti privati in infrastrutture cloud e data center, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale. L'obiettivo dichiarato è triplicare la capacità dei data center UE entro 5-7 anni, con prioritaria attenzione ai green data center.
- Accesso a dati di alta qualità
L'efficacia dei sistemi IA dipende dalla disponibilità di dati affidabili, di qualità e strutturati. In quest'ottica, il Piano promuove la Data Union Strategy, mirata a creare un mercato interno dei dati accessibile a imprese e pubbliche amministrazioni:
Le AI Factories ospiteranno al loro interno dei Data Labs, con il compito di raccogliere, strutturare e armonizzare dataset interoperabili, provenienti da fonti eterogenee e conformi ai principi etici europei.
Si punta a semplificare le regole per l'accesso, la condivisione e il riutilizzo dei dati, facilitando così l'integrazione di soluzioni IA nei settori pubblici e industriali.
Questa strategia mira a posizionare i dati come bene pubblico europeo, capace di alimentare innovazione responsabile e trasparente.
- Promozione dell’AI nei settori strategici
Uno degli obiettivi centrali dell'AI Continent Action Plan è favorire una diffusione capillare dell'IA nei settori strategici, colmando l'attuale divario nell'adozione tecnologica:
Attualmente, solo il 13,5% delle imprese europee impiega soluzioni IA. Per invertire la tendenza, la Commissione lancerà la strategia Apply AI, finalizzata a promuovere l'adozione dell'intelligenza artificiale nell'industria, nella pubblica amministrazione, nella sanità e nella ricerca scientifica.
L'implementazione sarà supportata dalle AI Factories e dagli European Digital Innovation Hubs (EDIHs), che fungeranno da catalizzatori territoriali per la digitalizzazione.
La strategia punta a garantire che le soluzioni IA diventino accessibili anche alle PMI e agli operatori dei settori tradizionali, tramite servizi di test, formazione e consulenza.
- Sviluppo di competenze e talenti nell’IA
Consapevole dell'importanza del capitale umano nell'economia dell'IA, la Commissione lancia l'iniziativa AI Skills Academy, che offrirà:
- borse di studio europee, programmi di dottorato e percorsi di mobilità internazionale dedicati all'IA generativa e alle tecnologie correlate;
- corsi di laurea specializzati e programmi di aggiornamento per professionisti, con particolare attenzione a reskilling e upskilling delle risorse nelle PMI manifatturiere e nei settori a basso tasso di digitalizzazione.
L'obiettivo è formare una nuova generazione di esperti IA altamente qualificati, capaci di sviluppare soluzioni avanzate e guidare la trasformazione digitale europea.
- Facilitare l’attuazione dell’AI Act
Infine, l'AI Continent Action Plan include misure per facilitare l'attuazione del Regolamento (UE) 2024/1689 ("AI Act"). Entro l'estate 2025, verrà istituito un AI Act Service Desk, uno sportello operativo incaricato di fornire assistenza tecnica e giuridica alle imprese. Lo sportello offrirà consulenze personalizzate sul rispetto degli obblighi normativi previsti dall'AI Act, aiutando le aziende nell'adeguamento dei processi, nell'etichettatura dei sistemi e nella gestione del rischio algoritmico. Questa iniziativa intende accompagnare le imprese in un percorso di compliance sostenibile e orientata all'innovazione, rafforzando al contempo la fiducia nei sistemi di intelligenza artificiale.
Conclusioni
L'AI Continent Action Plan vuole essere un passo decisivo verso la sovranità tecnologica europea nel campo dell'intelligenza artificiale. La Commissione mira a costruire un ecosistema integrato, etico e competitivo, in grado di sostenere la transizione digitale del continente. La sfida ora passa agli Stati membri, chiamati a coordinare investimenti, politiche industriali e strategie educative, per fare dell'Europa un vero protagonista globale dell'IA nei prossimi anni.
Per approfondire ulteriormente il tema dell’intelligenza artificiale, si rimanda al seguente link: Model Contractual Clauses for AI Procurement.
Autore: Giacomo Lusardi
Data Protection & Cybersecurity
UNI/PdR 174:2025, (anche) un supporto ai soggetti NIS certificati ISO 27001
Il 30 aprile 2025 è stata pubblicata la Prassi di Riferimento UNI/PdR 174:2025, elaborata da UNI con la collaborazione di Accredia, CINI, UNINFO e altri soggetti istituzionali. Il documento definisce i requisiti per un sistema di gestione per la cybersicurezza e la sicurezza delle informazioni che consenta di armonizzare i due principali riferimenti internazionali in materia: la UNI CEI EN ISO/IEC 27001:2024 e il NIST Cybersecurity Framework (CSF) 2.0.
Integrazione strutturata tra due approcci
La UNI/PdR 174:2025 nasce per affrontare il difficile compito di realizzare la convergenza ed armonizzazione tra due modelli di riferimento diffusi quanto diversi per struttura e approccio: la norma UNI CEI EN ISO/IEC 27001:2024, basata su requisiti organizzativi e orientata alla certificazione accreditata, e il NIST Cybersecurity Framework (CSF) 2.0, concepito come strumento flessibile per l’autovalutazione e il rafforzamento della postura di cybersicurezza.
Entrambi i modelli condividono finalità comuni, come la protezione dei dati e delle informazioni, la gestione del rischio, il contrasto alle minacce e la predisposizione di processi strutturati per la risposta e il recupero in caso di incidenti. Tuttavia, le modalità operative, il lessico tecnico e le logiche di implementazione risultano spesso non direttamente sovrapponibili, rendendo complesso per le organizzazioni integrare efficacemente entrambi gli approcci.
In questa prospettiva, la prassi si propone di fornire un supporto pratico e documentato alle organizzazioni che:
- già adottano un sistema conforme alla ISO/IEC 27001 e intendono verificare la propria copertura rispetto alle categorie e sottocategorie del NIST CSF;
- hanno strutturato la propria governance della sicurezza partendo dal NIST CSF e intendono avviare un percorso di allineamento ai requisiti ISO in vista di una certificazione.
Possibili implicazioni sull’adeguamento NIS2
Sebbene la UNI/PdR 174:2025 non abbia natura cogente né rappresenti un atto attuativo del D.lgs. 138/2024 (decreto di recepimento della Direttiva NIS2), essa può assumere particolare rilievo per i soggetti rientranti nell’ambito di applicazione del decreto, soprattutto in relazione all’adozione delle misure minime di sicurezza previste dagli articoli 24 e 42.
In particolare, la prassi integra una serie di elementi chiave del Framework Nazionale per la Cybersecurity e la Data Protection, che hanno costituito la base per la definizione delle misure di sicurezza “di base” formalizzate nella Determinazione ACN n. 164179 del 14 aprile 2025 e relativi allegati tecnici.
Come ormai noto, tali misure – da implementare entro ottobre 2026 – sono strutturate in:
- 37 misure e 87 requisiti per i soggetti importanti;
- 43 misure e 116 requisiti per i soggetti essenziali.
La UNI/PdR 174:2025 può quindi rappresentare un supporto operativo concreto per i soggetti NIS già certificati ISO/IEC 27001, fornendo un riferimento metodologico utile a valutare, documentare e sistematizzare l’adeguamento alle misure previste, nel rispetto delle scadenze definite dal quadro regolatorio.
Il sistema C-ISMS: uno schema di riferimento, non un nuovo standard
Tra gli elementi chiave della prassi troviamo il C-ISMS (Cybersecurity and Information Security Management System) un sistema di gestione integrato che tenga conto sia dei requisiti della ISO/IEC 27001, sia degli obiettivi del NIST CSF. Il riferimento non introduce un nuovo modello, ma serve a contestualizzare un approccio che valorizza la complementarità tra assetti già esistenti.
In questo senso, la prassi non propone obblighi ulteriori, ma fornisce una metodologia per valutare e documentare la propria postura di cybersicurezza in modo strutturato. L’obiettivo dichiarato è facilitare percorsi di autoanalisi, miglioramento e – laddove pertinente – certificazione volontaria, senza sostituirsi alle normative vigenti.
Conclusioni
La UNI/PdR 174:2025 costituisce un riferimento tecnico utile per tutte le organizzazioni che intendano rafforzare la coerenza e la maturità dei propri sistemi di gestione per la cybersicurezza, adottando un approccio integrato basato su standard riconosciuti a livello internazionale.
In questo quadro, la prassi (che può essere scaricata liberamente previa registrazione al sito UNI) può offrire un supporto concreto anche ai soggetti NIS già certificati ISO/IEC 27001, chiamati ad adeguarsi alle misure minime di sicurezza definite dal D.lgs. 138/2024 e dalla Determinazione ACN n. 164179/2025.
Su un argomento simile può essere d'interesse l'articolo "NIS 2: la responsabilità personale degli amministratori per mancanza di conformità è un messaggio di avvertimento"
Autore: Gabriele Cattaneo
Gaming & Gambling
Gambling online e European Accessibility Act: profili applicativi in Italia e in UE
Con l'implementazione dell'European Accessibility Act europeo nella maggior parte dei paesi europei (in Italia con il Decreto Legislativo 5 agosto 2022, n. 82), si è aperta una nuova fase per l’accessibilità dei servizi digitali offerti nel mercato europeo, ivi inclusi i servizi di gioco online, (si veda Digital Accessibility Act: applicabili dal 28 giugno 2025 i nuovi obblighi in materia di accessibilità digitale). Un tema spesso sottovalutato, ma che inizia a produrre effetti anche in settori ad alta digitalizzazione come quello del gioco a distanza.
Applicabilità dell'Accessibility Act al gambling online
Sebbene l'Accessibility Act non menzioni espressamente i servizi di online gambling tra quelli soggetti agli obblighi di accessibilità, sembra che l’inquadramento di tali piattaforme possa rientrare nel perimetro dei servizi di e-commerce, ai sensi dell’art. 2, co. 1, lett. hh) del medesimo decreto. La conclusione di contratti a distanza mediante interfacce digitali, su iniziativa del consumatore, ne costituisce l’elemento qualificante, anche secondo l’interpretazione fornita dalla giurisprudenza.
In tale contesto, rileva inoltre l’imminente transizione al nuovo sistema di licenze per il gioco online in Italia, che richiederà il rilascio di una piattaforma tecnicamente e contrattualmente rinnovata. In presenza di modifiche strutturali, il servizio risultante potrebbe configurarsi come un “nuovo servizio”, con conseguente applicabilità immediata delle disposizioni in materia di accessibilità a partire dalla data di avvio della piattaforma, senza beneficiare del regime transitorio fino al 2030.
Estensione ai servizi di comunicazione elettronica integrati
Ulteriori profili di rilievo emergono rispetto ai servizi di comunicazione elettronica eventualmente integrati nella piattaforma di gioco – quali chat, messaggistica, sistemi di assistenza e call-back. La definizione richiamata dall'Accessibility Act è ampia, ma la qualificazione effettiva dipende da variabili tecniche e gestionali: natura proprietaria del servizio, grado di controllo dell’operatore, modalità di interazione con l’utente.
Allo stato, in assenza di linee guida interpretative vincolanti, è prudente procedere a una valutazione caso per caso, specie per i canali progettati internamente o funzionali ad attività regolamentate (es. gioco responsabile, gestione del conto di gioco).
Obblighi essenziali per i fornitori di servizi digitali
L'Accessibility Act ed il decreto italiano di recepimento impongono ai prestatori di servizi digitali (che con molta probabilità includeranno gli operatori di gioco online) l’obbligo di assicurare la conformità dei propri servizi ai requisiti di accessibilità, secondo criteri tecnici che – in attesa degli standard europei armonizzati – si riferiscono principalmente alle WCAG 2.1 AA. Tra gli obblighi figurano la progettazione accessibile, la pubblicazione di informazioni sulla conformità e l’adozione di eventuali misure correttive.
Inoltre, sarà anche necessario predisporre e rendere pubblicamente disponibile una dichiarazione di accessibilità, in forma scritta e orale, anche all’interno dei propri Ts&Cs, redatta secondo il modello previsto dall’Allegato del decreto di recepimento, e accessibile anche alle persone con disabilità. La dichiarazione e la relativa documentazione devono essere conservate per tutto il periodo in cui il servizio è operativo.
La concreta declinazione degli obblighi dell'Accessibility Act richiede un’analisi tecnica e contrattuale caso per caso, soprattutto in settori come il gambling online, dove le piattaforme presentano architetture complesse e componenti eterogenei.
Il contesto europeo: un quadro armonizzato (ma non uniforme)
Il decreto italiano di implementazione dell'Accessibility Act si inserisce in un processo armonizzato a livello europeo, che prevede l’obbligo di accessibilità per tutti i prodotti e servizi immessi nel mercato dell’Unione, indipendentemente dalla localizzazione del fornitore. In questo senso, anche operatori di gioco extra-UE che offrono servizi accessibili agli utenti europei potrebbero essere soggetti alle stesse prescrizioni normative imposte dall'Accessibility Act, seppur con margini applicativi ancora incerti.
L’Italia, peraltro, risulta tra i Paesi membri più avanzati nell’attuazione dell’European Accessibility Act, sia per il recepimento normativo puntuale sia per il coinvolgimento attivo dell’AgID nella definizione delle future linee guida tecniche.
Considerazioni finali
Nel quadro di un settore in rapida evoluzione tecnica e normativa come il settore del gioco online, il rispetto degli obblighi dell'Accessibility Act richiede una valutazione preventiva non meramente formale, ma fondata su un’analisi integrata del modello di servizio, delle tecnologie impiegate e del quadro contrattuale applicabile.
Il nostro team assiste regolarmente operatori del settore gambling online nella valutazione dei profili di compliance con la normativa sull’accessibilità italiana ed europea.
Su un simile argomento può essere interessante l’articolo: Digital Accessibility Act: applicabili dal 28 giugno 2025 i nuovi obblighi in materia di accessibilità digitale
Autrice: Enila Elezi
Intellectual Property
UPC: un bilancio a due anni dall'inaugurazione
Il 1° giugno 2025 ha segnato il secondo anniversario dell’entrata in funzione dell'UPC.
Secondo quanto reso noto (qui), nel corso di questo biennio la Corte di primo grado è stata investita di 883 vertenze. Di queste, 320 sono azioni di contraffazione e 304 riconvenzionali di nullità. Le Divisioni Locali più attive rimangono quelle tedesche, mentre tra le Divisioni Centrali quella di Parigi è attualmente al primo posto, seguita da quelle di Monaco e Milano.
La Corte d'Appello ha registrato invece 279 procedimenti, buona parte dei quali aventi ad oggetto questioni processuali.
La lingua dei giudizi predominante è l'inglese (55%), il cui utilizzo è gradualmente incrementato da giugno 2023 ad oggi. Segue il tedesco, utilizzato nel 38% dei casi. Chiudono la classifica il francese (3%), l'italiano (2%), il danese e l'olandese (1%).
Quanto ai settori industriali maggiormente coinvolti, la più parte dei procedimenti riguarda le invenzioni appartenenti alle classi H (Electricity), A (Human necessities), B (Performing Operations e Trasporting) e G (Physics) della International Patent Classification (IPC).
Grande attenzione è infine rivolta all’ormai prossimo avvio del Centro di Mediazione e Arbitrato dell’UPC (Patent Mediation and Arbitration Centre – PMAC) atteso, stando a recenti notizie, per l’inizio del 2026. A questo proposito, è stata di recente lanciata la consultazione pubblica sulle bozze delle regole di procedura che governeranno i procedimenti innanzi a tale organo. Maggiori informazioni sono reperibili qui.
L’avvio dell'attività del PMAC aprirà la strada a una verosimilmente efficace alternativa al contenzioso e segnerà l'ultimo passo a completamento di un sistema che, pur ancora giovane, ha già dimostrato grande attrattività.
Su un argomento simile può essere d'interesse l'articolo "UPC: un bilancio dei procedimenti dall’inaugurazione ad oggi"
Autore: Massimiliano Tiberio
Technology Media and Telecommunication
AGCom adotta il nuovo Regolamento in materia di trasparenza nell’offerta dei servizi di comunicazione elettronica e nella presentazione del numero chiamante
Con Delibera 106/25/CONS, pubblicata il 19 maggio scorso, l'AGCom ha adottato il nuovo “Regolamento recante disposizioni a tutela degli utenti finali in materia di trasparenza nell’offerta di servizi di comunicazioni elettroniche e nella presentazione del numero chiamante (CLI)”, che sostituisce integralmente la disciplina previgente di cui alla Delibera n. 252/16/CONS.
L’adozione della Delibera 106/25/CONS fa seguito al procedimento e alla consultazione pubblica che l’AGCom ha avviato con la Delibera 457/24/CONS in relazione al predetto Regolamento, complessivamente finalizzato a garantire una maggiore tutela dei consumatori attraverso l’introduzione di misure volte a modificare la disciplina precedente recata, come detto, dalla delibera n. 252/16/CONS, con nuove disposizioni in linea con quanto previsto dall'articolo 98-quindecies del d.lgs. 259/2003 (Codice delle Comunicazioni Elettroniche) dedicato appunto a "Trasparenza, confronto delle offerte e pubblicazione delle informazioni" a tutela degli utenti finali.
Come si apprende dal comunicato stampa, l’intervento si inserisce nel solco dei lavori del tavolo tecnico dedicato "ad approfondire misure per rafforzare la trasparenza delle condizioni dell’offerta dei servizi di comunicazione elettronica e per contrastare la pratica del cosiddetto spoofing, ossia l’illegittima modifica del numero telefonico del chiamante (cosiddetto CLI – Calling Line Identity)". A tal proposito, le nuove previsioni comprendono talune misure volte a contrastare fenomeni di telemarketing e teleselling aggressivo e illegale e frodi perpetrate utilizzando un numero telefonico modificato in modo da presentarsi all’utente chiamato come un soggetto pubblico o privato.
Tra le principali novità introdotte dal nuovo regolamento, si annoverano:
- la previsione di un elenco più dettagliato delle informazioni che i fornitori di servizi di telefonia e accesso a internet sono tenuti a pubblicare volto a rafforzare i diritti degli utenti attraverso maggiore chiarezza, completezza e confrontabilità delle offerte disponibili sul mercato;
- la previsione dell’obbligo di informare annualmente l’utente sui termini contrattuali in essere, di comunicare il superamento della soglia dell'80% del plafond di Giga previsto dall’offerta, nonché di introdurre un riferimento esplicito al blocco automatico del traffico dati al superamento della soglia del 100%;
- l'introduzione di un sistema di classificazione per le offerte di servizi di comunicazione mobile su tecnologia 5G, in base alle caratteristiche del servizio offerto e in particolare alla presenza di eventuali limitazioni di velocità di download e upload disponibile per l’utente finale. Nello specifico, tale "classificazione" avverrà tramite l'apposizione di un bollino verde, giallo o rosso – a seconda che la velocità massima raggiungibile sia rispettivamente più o meno elevata – nei quali dovrà essere indicato il valore del limite di velocità imposto dall'operatore;
- l'introduzione dell'obbligo in capo ai fornitori di rispettare un preavviso di almeno un mese nei confronti degli utenti finali in caso di cessazione dei loro servizi, con l'obbligo di fornire la relativa comunicazione in modo appropriato e includendo informazioni sulla possibilità di passare ad un altro operatore;
- la previsione di misure tecniche contro lo spoofing. In particolare, al fine di contrastare l’uso fraudolento del CLI, è stato introdotto l'obbligo, a carico degli operatori nazionali che ricevono chiamate consegnate da operatori esteri, di bloccare le chiamate in ingresso che presentano un numero chiamante nazionale non coerente con l’origine della chiamata. Gli operatori sono tenuti ad applicare tale misura trascorsi tre mesi dall’entrata in vigore della Delibera 106/25/CONS alle chiamate con CLI nazionale fisso e, trascorsi sei mesi, anche alle chiamate con CLI nazionale mobile.
Su un simile argomento può essere interessante l’articolo “AGCom adotta il Testo Unico di revisione e semplificazione degli indicatori di qualità del servizio mobile”.
Autori: Massimo D'Andrea, Flaminia Perna, Matilde Losa
La rubrica Innovation Law Insights è stata redatta dai professionisti dello studio legale DLA Piper con il coordinamento di Edoardo Bardelli, Carolina Battistella, Carlotta Busani, Noemi Canova, Maria Rita Cormaci, Camila Crisci, Cristina Criscuoli, Tamara D’Angeli, Chiara D’Onofrio, Federico Maria Di Vizio, Enila Elezi, Nadia Feola, Laura Gastaldi, Vincenzo Giuffré, Nicola Landolfi, Giacomo Lusardi, Valentina Mazza, Lara Mastrangelo, Maria Chiara Meneghetti, Deborah Paracchini, Maria Vittoria Pessina, Tommaso Ricci, Rebecca Rossi, Dorina Simaku, Roxana Smeria, Massimiliano Tiberio, Federico Toscani, Giulia Zappaterra.
Gli articoli in materia di Telecommunications sono a cura di Massimo D’Andrea, Flaminia Perna, Matilde Losa e Arianna Porretti.
Per maggiori informazioni sugli argomenti trattati, è possibile contattare i soci responsabili delle questioni Giulio Coraggio, Marco de Morpurgo, Gualtiero Dragotti, Alessandro Ferrari, Roberto Valenti, Elena Varese, Alessandro Boso Caretta, Ginevra Righini.
Scoprite Prisca AI Compliance, il tool di legal tech sviluppato da DLA Piper per valutare la maturità dei sistemi di intelligenza artificiale rispetto alle principali normative e standard tecnici qui.
È possibile sapere di più su “Transfer”, il tool di legal tech realizzato da DLA Piper per supportare le aziende nella valutazione dei trasferimenti dei dati fuori dello SEE (TIA) qui, consultare una pubblicazione di DLA Piper che illustra la normativa sul Gambling qui, e il nostro magazine mensile Diritto Intelligente interamente dedicato all'AI qui.
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